Lancaster – Oatman – Kingman – Seligman – Williams

Dopo una bella dormita interrotta dal fuso orario, ci alziamo di buona lena e ci spostiamo verso Altadena, come promesso, verso la casa del prode Brandon Walsh di Beverly Hills 90210.
Dopo le foto di rito al bel quartiere, cominciamo il vero sposamento della giornata: questa tappa di avvicinamento al Grand Canyon terminerà tra circa 9 ore se tutto andrà bene, macineremo circa 760km.

Usciamo da Altadena addentrandoci nella splendida Angeles National Forest: guidare qui già ci fa sentire fuori dal mondo, incrociamo pochissime auto e la strada ci rapisce ad ogni curva, le viste sono davvero mozzafiato.

Finito il saliscendi, che ci ha letteralmente stregati, tra visuali inattese di Los Angeles e colline verdi immense, ci incamminiamo verso il deserto, e qui ancora di più sentiamo la solitudine: la nostra prima tappa è Lancaster, paesino di poche anime, che visiteremo per fotografare la chiesetta utilizzata da Tarantino nel film Kill Bill. Vi ricordate Uma Thurman vestita da sposa, che viene picchiata quasi a morte? Ecco, quella chiesetta. Purtroppo un po’ coperta (ci sono vari turisti che si spingono fin qui per qualche foto, anche mentre siamo in zona noi se ne fermano altri) e siccome la location è disponibile per film e riprese hanno pensato di limitarne la visuale con un bel camioncino davanti all’entrata. La tappa vale comunque un momento di pausa e qualche foto, almeno se amate i film di Tarantino come noi!

La deviazione ci costa un bel po’ di tempo, ma riprendiamo subito la nostra “corsa” (in realtà siamo tranquillissimi, entro i limiti stradali, con cibo e acqua in auto. Serve altro oltre alla musica giusta?) verso Oatman, entrando in Arizona, paesino super tipico per la presenza di carinissimi asinelli che spopolano nell’unica strada che la attraversa. Sono splendidi! Ci fermiamo per qualche foto, riprendere fiato ed una tappa bagno (il peggiore mai visto in vita mia, manco in India probabilmente) ma dopo un quarto d’ora scarso siamo nuovamente in auto, sulla nostra “Bloody Route 66”: si chiama così questo pezzo di Route 66 che finisce a Kingman. In effetti è parecchio esposta in certi passaggi, ma regala visuali impressionanti, guidare qui è qualcosa di spettacolare! Dietro ad ogni curva c’è qualcosa di splendido, che invade gli occhi e l’anima: la natura americana respira davvero forte qui.
Usciamo dalla Route con l’arrivo a Kingman: facciamo benzina e ci fermiamo per qualche foto di rito, giusto il tempo di sgranchire le gambe, questo paesino tanto esaltato dai racconti altrui non ci ha entusiasmati. Forse con qualche minuto in più, e meno stanchezza addosso, una visita al museo della Route 66 ci avrebbe chiarito come mai questa meta è tanto osannata.
Ripartiamo verso Seligman, paesino da quale ha tratto ispirazione il cartone animato Cars, peccato che cominci a diluviare e il nostro viaggio verso Williams sembri non finire mai.
Decidiamo di saltare l’uscita della highway, anche perchè si è formata una coda e abbiamo paura di non farcela entro sera.
Con un paio d’ore di ritardo riusciamo ad arrivare a Williams, grazioso paesino molto turistico e artefatto in stile western. I negozietti vendono cappelli da cowboy, lazi, pantaloni in pelle…e i tanti turisti italiani in zona non perdono occasione per fare compere e sfilare. Sono arrivata qui pensando che mi sarei presa anche io un bel cappello da cowboy, sono andata via un po’ schifata e con il mio berrettino di tela. Il paese è talmente ben studiato che offre anche ricostruzioni di sparatorie verso le 20: sentirete sparare in strada e troverete i contendenti accerchiati dai curiosi turisti.

Cosa ci siamo persi in questa tappa? Sicuramente la pioggia, che sul finale non ci ha risparmiati, ci poteva far uscire a scoprire Seligman. Inoltre, vicino a Lancaster, se avete tempo, non perdetevi Elmer’s Bottle Tree Ranch, una spettacolare foresta costruita con bottiglie di vetro.

[Abbiamo dormito al 9 Arizona Motor Hotel, spendendo circa 60€ per una camera orribile, con porta che si chiudeva male, ma che abbiamo bloccato con i bagagli, con parcheggio e senza colazione. Per la colazione abbiamo risolto al minimarket della pompa di benzina in centro al paese che aveva dolcetti e caffè espressi. Per cena ci siamo fatti consigliare dal nostro albergatore, ci ha consigliato vari ristoranti italiani (MAI!) e il Cruisers Cafè 66, tipico diner americano.]

Pronto per la prossima tappa?
O vuoi rivedere la precedente?

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